“Io vorrei accogliere tutti voi così, uno per uno, ma siete in tanti, e allora a tutti insieme vi dico, bambini e bambine, che voi siete una cosa meravigliosa, la vostra età è meravigliosa e vi dico di andare avanti. E voi siete proprio nella Chiesa. Pensiamo ai bambini che in questo momento stanno soffrendo – non dimentichiamolo – per i disastri climatici, per la fame, per la guerra e per la povertà. Voi sapete che c’è gente cattiva che fa del male, che fa la guerra, distrugge… Voi, volete fare del male? [rispondono: “No!”] Voi volete aiutare? [rispondono: “Sì!”] Mi piace questo, mi piace. Cari bambini, la vostra presenza qui è un segno che arriva dritto al cuore di tutti noi adulti, e noi, le persone grandi, dobbiamo guardare la vostra spontaneità e ascoltare il vostro messaggio.

I bambini che tanto amavi ti ricordano nella preghiera, caro Santo Padre!

Papa Francesco ai docenti:

“Vi chiedo di amare di più gli studenti ‘difficili’, quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili e gli stranieri, che oggi sono una grande sfida per la scuola. E ce ne sono di quelli che fanno perdere la pazienza. Gesù direbbe: se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che merito avete? Qualsiasi insegnante si trova bene con questi studenti. In una società che fatica a trovare punti di riferimento – avverte Bergoglio – è necessario che i giovani trovino nella scuola un riferimento positivo. Essa può esserlo o diventarlo se al suo interno ci sono insegnanti capaci di dare un senso alla scuola, allo studio e alla cultura, senza ridurre tutto alla sola trasmissione di conoscenze tecniche, ma puntando a costruire una relazione educativa con ciascuno studente, che deve sentirsi accolto ed amato per quello che è, con tutti i suoi limiti e le sue potenzialità. Per trasmettere contenuti è sufficiente un computer, per capire come si ama, quali sono i valori, e quali le abitudini che creano armonia nella società ci vuole un buon insegnante”.